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Oggi voglio rispondere ad una domanda che ti sarai senz’altro posto:
[stextbox id=”download”]Dove va a finire l’oro?[/stextbox]
Questa è una domanda che mi pongono spesso i clienti quando vengono a vendere il metallo. Si chiedono se l’oro che compro viene fuso in lingotti, oppure viene rivenduto cosi com’è.
Insomma sono curiosi di sapere come funziona l’intera filiera.
In questo articolo vi spiegherò tutto il processo, e sarò il meno tecnico possibile. Non è importante capire nello specifico tutte le fasi, è importante però, che tu comprenda come funziona in generale la catena.
Nel mio caso specifico, avendo una gioielleria che rivende oro usato, separo quello destinato alla rivendita (quello più bello, di marca, con pietre preziose), da quello destinato alla fusione.
Il primo, dopo un processo di rigenerazione, (ne parlerò dettagliatamente in uno dei prossimi articoli) viene destinato alla gioielleria per essere rivenduto; il secondo viene destinato al banco metalli.
Nota: La maggior parte dei compro oro NON ha una gioielleria e manda direttamente tutto al banco metalli
E’ per questo motivo che se dovete vendere gioielli importanti o di marca dovete rivolgervi NECESSARIAMENTE a chi ha una rivendita di preziosi usati.
[stextbox id=”grey”]La filiera dell’oro[/stextbox]
Come dicevamo, l’oro acquistato dal compro oro viene rivenduto ai banco metalli.
I banchi metalli sono delle fonderie, autorizzate da bankitalia, che acquistano all’ingrosso il metallo dai negozianti.
E’, in parole povere, il contrario di quello che avviene al mercato per esempio con la frutta:
Il fruttivendolo compra la frutta al mercato all’ingrosso e la rivende alla clientela.
Nel nostro caso, invece, è il contario: il compro oro compra il metallo dalla clientela e lo rivende al grossista.
Una volta portato l’oro al banco metalli, quest’ultimo lo fonde in un unico lingotto.
Una volta fuso, con un trapano, fa un piccolo buco (in realtà ne fa due, uno sopra e uno sotto) per ricavarne un piccolo pezzo, chiamato “truciolo”.
Questo truciolo serve per il SAGGIO, cioè una tecnica che serve a determinare ed analizzare il valore ed il titolo dell’oro (la caratura, espressa in millesimi).
Questa analisi si può fare mediante “coppellazione” o “spettrometro”, ma qui entriamo in questioni troppo tecniche che non è necessario conoscere.
[stextbox id=”grey”]Perche va fatto tutto questo?[/stextbox]
La fusione e l’analisi del truciolo sono essenziali per stabilire quanto oro hai portato e il suo valore, cose fondamentali per definire quanto dobbiamo percepire dal banco metalli per quell’oro.
Fai conto che un compro oro porta al banco metalli 1000gr di oro. Tra questi oggetti la maggior parte sono in oro 750 (18kt), alcuni sono in oro 585 (14kt), magari c’è un braccialetto falso.
Senza la fusione ed il saggio del truciolo, sarebbe un procedimento molto lungo determinare il valore effettivo di quell’oro (hai presente quante collanine ci vogliono per fare 1000gr?).
Con la trasformazione in lingotto, invece, è come se gli portassi un gioiello unico.
Nel nostro esempio fai conto che il saggio del truciolo ci da un risultato di 735, vuol dire che il nostro lingotto da 1000gr ha 735gr di oro puro.
Una volta stabilito quanto oro puro abbiamo portato, veniamo pagati basandoci sulla quotazione del metallo.
Per quanto riguarda il ruolo del compro oro nella filiera, termina tutto qui.
Il banco metalli provvederà poi a fondere tutto l’oro ricevuto e ad affinarlo, trasformarlo cioè in oro puro.
Una volta trasformato, l’oro, può prendere diverse strade: una parte viene destinata alla creazione di oro da investimento (lingotti e monete), e un’altra parte viene venduta alle grandi aziende orafe, come quelle di arezzo o valenza per esempio, dove verranno lavorati, trasformati in gioelli e immessi nuovamente nel mercato.